Il rover Perseverance è su Marte. Inizia la ricerca della vita

Il rover Perseverance è su Marte. Inizia la ricerca della vita
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(ANSA) Il rover Perseverance è su Marte. Inizia la ricerca della vita. Il veicolo è arrivato nel cratere Jazero, uno dei luoghi più suggestivi per una missione che va in cerca di tracce di vita perché è il bacino di un antichissimo lago.

Questo significa che nei sedimenti potrebbero ancora conservarsi tracce di forme di vita passata. A cercarla sarà anche un piccolo gruppo di ricerca italiano, dell’Osservatorio di Arcetri dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

La missione che ha portato Perseverance su Marte è Mars 2020, lanciata il 30 giugno 2020 e gestita dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. La sonda ha percorso quasi 3,9 milioni di chilometri in poco più sette mesi ed è stata la terza a raggiungere Marte nell’arco di dieci giorni, dopo la missione Hope degli Emirati Arabi e la Tianwen-1 della Cina.

Delle tre missioni è stata però la prima a rilasciare un rover sul suolo marziano, considerando che l’altra missione programmata per farlo, la Tianwen-1, lo farà solo in maggio.

Per due anni il rover setaccerà il suolo per raccogliere i primi campioni destinati a essere portati sulla Terra. La missione Mars 2020 segna infatti l’avvio del programma Mars Sample Return (Msr), di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e al quale l’Italia contribuisce con la sua agenzia spaziale, l’Asi, e con l’industria, con il gruppo Leonardo.

I campioni raccolti da Perseverance saranno inseriti in contenitori e depositati in luoghi precisi; il recupero è affidato alla missione prevista nel 2026 e nel 2031 un’altra missione dovrà portarli a Terra.

I sette minuti di terrore

“Anni per preparare questa missione e poi ci si gioca tutto in 420 secondi”, ha osservato Raffaele Mugnuolo, responsabile dell’ufficio Missioni robotiche di esplorazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), in una diretta web organizzata dall’Asi. La discesa attraverso l’atmosfera su Marte e poi l’arrivo al suolo è infatti una manovra ancora molto difficile e rischiosa, tanto che si calcola che il 40% dei tentativi fatti finora abbia avuto successo.

La manovra di ingresso, discesa e atterraggio è infatti la più breve dell’intera missione, è completamente automatica e che mette davvero a dura prova il veicolo. Il primo problema è la temperatura altissima, fino a 1.300 gradi, che il veicolo raggiunge 80 secondi dopo l’ingresso nell’atmosfera. A proteggerlo c’è una sorta di scudo termico che contribuirà a rallentare la velocità del veicolo portandola a circa 1.600 chilometri orari.

Rappresentazione artistica di una delle ultime fasi dell’arrivo del rover Perseverance sul suolo di Marte (fonte: NASA/JPL-Caltech)

Ecco la sequenza della manovra:

Rappresentazione grafica della discesa del rover Perverance sul suolo marziano (fonte: NASA/JPL-Caltech)


A 240 secondi dall’ingresso in orbita si dispiegherà il paracadute dal diametro di 21,5 metri, che rallenterà ulteriormente la corsa a poco più di 1,5 chilometri orari; il veicolo sarà a 11 chilometri dalla superficie marziana.

A 20 secondi dall’apertura del paracadute lo scudo termico si separerà dal rover e quest’ultimo attiverà radar e telecamere per rilevare le caratteristiche del suolo. A quel punto il veicolo si libererà del paracadute e attiverà i retrorazzi per rallentare ancora a 2,7 chilometri orari quando sarà a 2,1 chilometri dalla superficie.

A 20 metri dal suolo e a 12 secondi dall’atterraggio lo stadio per la discesa al quale il rover è stato ancorato per tutto il tempo si separerà e lascerà scendere Perseverance molto lentamente, ancorata a quattro cavi lunghi 6,4 metri ciascuno; nel frattempo il rover metterà le sue ruote in posizione per toccare il suolo.

Non appena i sensori comunicheranno che l’atterraggio è avvenuto, Perseverance taglierà i cavi per sganciarsi dal modulo di discesa e sarà completamente autonoma.

E’ difficile, infine, anche comunicare: considerando che le comunicazioni da Marte impiegano 11 minuti a raggiungere la Terra, il segnale dell’ingresso nell’atmosfera arriverà quando il rover si sarà già posato al suolo.

 Saccoccia (Asi), si apre una nuova pagina dell’esplorazione

Con l’arrivo del rover Perseverance della Nasa su Marte, previsto alle 21,55 di oggi, si apre una nuova pagina dell’esplorazione marziana: lo ha detto all’ANSA il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, riferendosi al ruolo importante che la ricerca e l’industria italiane svolgeranno nella staffetta di missioni che dal 2026 si susseguiranno fino al 2031 per portare sulla Terra i campioni del suolo marziano raccolti da Perseverance.
“Comincia una missione complessa e ricca di obiettivi importanti” e che guardano anche alle future missioni con astronauti. “Per esempio, un esperimento prevede la produzione di ossigeno sulla superficie marziana, essenziale per gli uomini che arriveranno sul pianeta e per preparare propellenti in loco” e il piccolo drone-elicottero Ingenuity “affronterà il primo test di volo di un veicolo simile: una bella sfida tecnologica, considerando quanto sia rarefatta l’atmosfera di Marte”.
L’obiettivo “più straordinario è però la raccolta di campioni del suolo marziano per riportarli a Terra: questa missione è con il primo passo del progetto Mars Sample Return”. E’ un progetto di ampio respiro, nel quale l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) collabora con la Nasa e in cui l’Asi e l’industria italiana, con Leonardo, sono direttamente coinvolte.
Perseverance ha infatti il compito di raccogliere i campioni del suolo e chiuderli in speciali provette che le future missioni del programma Mars Sample Return andranno a recuperare. In questo compito le guiderà una sorta di catarifrangente hi-tech, un retroriflettore laser costruito dall’Italia e installato sul rover Perseverance, che in modo passivo guiderà i prossimi veicoli che dovranno recuperare i campioni. Una volta recuperati, i campioni saranno raccolti da una futura missione per mezzo dei bracci robotici italiani che si stanno preparando nello stabilimento di Leonardo a Nerviano (Milano); quindi saranno caricati su un piccolo razzo che dalla superficie di Marte entrerà in orbita per consegnarli a una sonda, alla quale l’Italia ha contribuito in modo importante, dopodichè potranno arrivare a Terra.
Nel frattempo scalda i motori la missione ExoMars 2022, di Esa e agenzia spaziale russa Roscosmos, che a bordo ha un vero e proprio laboratorio per analizzare il suolo di Marte e per scavare fino a due metri di profondità con una trivella italiana in cerca di vita.

di Redazione

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