Al museo-cripta Cristo Rivelato i piccoli visitatori diventano “allievi per un giorno”

Al museo-cripta Cristo Rivelato i piccoli visitatori diventano “allievi per un giorno”
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“Trasmettete tutto ciò che sentite di poter dire in piena libertà e senza filtri”

Il pomeriggio di Ieri, 23 maggio, Il museo-cripta Cristo Rivelato di Brusciano, che prende il nome dall’omonima opera realizzata dal maestro Domenico Sepe, posta nella cripta appositamente ideata e realizzata per ospitare il Cristo, ha ospitato un momento ricco di laboratori artistici, dove i principali protagonisti principali sono stati “i più piccoli”.

I bambini, frequentanti la prima elementare, sono stati coinvolti in una particolare visita alla cripta, dove ad accompagnarli è stato lo stesso scultore.

L’artista ha risposto alle composite domande che i più piccoli gli hanno rivolto, incuriositi dal materiale, dal panneggio, dall’espressione del Cristo.

Due i momenti creativi che hanno trasformato i piccoli visitatori in “allievi per un giorno”

Un laboratorio di scultura tenuto dallo stesso Domenico Sepe, un laboratorio di pittura tenuto dal direttore artistico del museo-cripta, l’artista Pietro Mingione.

Attraverso la manipolazione dell’argilla, materiale inteso come mezzo comunicativo, Sepe ha esortato i giovani allievi: “Trasmettete tutto ciò che sentite di poter dire in piena libertà e senza filtri”.

Un laboratorio che è stato anche momento di condivisione, in cui lo scultore ha raccontato di come, da piccolo, ha scoperto nei campi col nonno contadino, come il fango potesse essere manipolato e modellato trasmettendo alla materia le proprie sensazioni.

Da questo primo incontro sono nate piccole creazioni cariche di impegno e significato: fiori, cuori, soli.

Il secondo momento creativo ha visto impegnato Pietro Mingione in una vera e propria lezione di pittura con la quale si chiude il ciclo dei “Vesuvio”, progetto rappresentato dallo stesso artista durante precedenti incontri con le scuole del territorio.

Tavolozze, tele e pennelli attendevano i bambini che entusiasti hanno osservato e riprodotto ciò che il pittore con maestria ha mostrato loro, attraverso un’esortazione che lui stesso ha più volte ripetuto: “Siate astratti, più astratti che potete” …e il risultato è stato un tripudio di colori, sfumature, eruzioni di gocce di pittura!

Le parole del Presidente del Museo Cripta Cristo Rivelato, Ciro Ciccone

“Ringrazio con affetto i vostri bambini per la partecipazione, il sostegno e la condivisione di un progetto Artistico Culturale proiettato verso la crescita e la valorizzazione del nostro Paese. Siate voi portavoce della bella esperienza avuta non tralasciando le emozioni vissute e l’entusiasmo del piccolo artista nascosto in ognuno di voi.”

A conclusione di un mese di Maggio ricco di incontri, si terrà il 27 alle ore 18 un incontro con l’autore Marianna Scagliola che presenterà il suo libro “Una famiglia allargata, cane compreso”

“Il Cristo Rivelato di Domenico Sepe

“Il Cristo Rivelato di Domenico Sepe – ha scritto la museologa Daniela Marra, autrice dell’apprezzato catalogo dedicato all’artista – rappresenta la completezza del ciclo dedicato alla figura di Cristo. Il valore simbolico che veicola è accuratamente compiuto: la metafora della narrazione della vita di Cristo nella sua interezza è evocata nell’atto della resurrezione, nel suo primo respiro di sofferenza.

Cristo uomo abbandona ogni passione umana con la morte fisica, tuttavia lo stupore, il dolore, la paura mista a sgomento sono le suggestioni che suscita il Cristo Rivelato. Le espressioni così umane in una prospettiva metaforica assumono un valore ancora più pregnante. Il gesto sospeso della mano a mezz’aria è simbolo dello stupore umano di fronte all’invisibile, della terra che incontra il cielo, un istante troppo intenso per non provocare anche sgomento e paura. Disorientamento, sofferenza, opposizione, trovano il loro spazio narrante nella parte “spoglia” del corpo di Cristo, come nudo è l’uomo di fronte alla Rivelazione.

La parte di corpo velata cela il divino sentire, che si intravede drammaticamente grazie ad un virtuosismo formale e si figura come spazio del sacro, dove il Cristo accoglie l’eterno. L’abbandono della mano e le velature in una lettura simbolica rappresentano il Dogma, il segreto divino che viene intravisto e accettato, mai conosciuto nello spazio del reale. Lo splendore tragico del corpo ci parla raccontando in un solo gesto, in un solo atto, una complessa visione e il bronzo si fa carne.

a Cura di Antonella Giroso


di PC

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