Sanremo: il ministro Franceschini, niente pubblico, neanche figuranti. Amadeus pronto a lasciare

Sanremo: il ministro Franceschini, niente pubblico, neanche figuranti. Amadeus pronto a lasciare
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Sanremo: il ministro Franceschini, niente pubblico, neanche figuranti. Amadeus è pronto a lasciare. “Il Teatro Ariston di #Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro @robersperanza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile”.

Lo scrive su Twitter il ministro di Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini

Uno stop al pubblico, anche dei figuranti che avrebbe portato Amadeus – a quanto si apprende – a valutare la possibilità di lasciare il suo ruolo da direttore artistico e conduttore di Sanremo 2021.

La questione festival è uno dei nodi sul tavolo del cda in corso a Viale Mazzini. Amadeus ha sempre difeso l’idea di un festival con il pubblico e la linea prevalsa finora era appunto quella di aprire la platea dell’Ariston a figuranti contrattualizzati. Ipotesi che non era stata esclusa dal ministro della Salute Roberto Speranza, come ha fatto invece oggi Franceschini.

“Per quanto concerne gli spettacoli che si svolgono in sale teatrali – qual è, per l’appunto, il Festival di Sanremo – restano vigenti le prescrizioni di cui all’articolo 1 comma 10 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 14 gennaio 2021, che consente lo svolgimento degli spettacoli in assenza di pubblico”.

E’ quanto si legge nella lettera inviata dal ministro Speranza al coordinatore del Cts Agostino Miozzo dopo le richieste dei discografici sullo svolgimento del festival di Sanremo. 

“Credo che gli artisti, operatori e tutti i lavoratori dello spettacolo abbiano apprezzato le parole del Ministro Franceschini sulla necessità di interpretare senza eccezioni le norme relative alla sicurezza nei teatri e nei cinema”, e quindi senza eccezioni nemmeno per il festival di Sanremo: è partito da questo il sovrintendente della Scala Dominique Meyer per chiedere “regole comuni”.

Teatro o studio tv?

Teatro o studio tv? Il nodo della presenza del pubblico all’Ariston per il Festival di Sanremo è legato alle disposizioni in vigore: i teatri sono chiusi, ma la presenza di pubblico è ammessa negli studi televisivi, “in quanto alle trasmissioni televisive non si applica il divieto previsto per gli spettacoli, perché la presenza di pubblico in studio rappresenta soltanto un elemento ‘coreografico’ o comunque strettamente funzionale alla trasmissione”, ferme restando le norme di distanziamento. Lo si legge nelle Faq sul sito di Palazzo Chigi.

Alcuni programmi tv, come Amici di Maria De Filippi, si svolgono con il pubblico, nel rispetto delle norme anti contagio. La linea della Rai è ‘equiparare’ l’Ariston ad uno studio che ospita “un programma tv seriale”, come ha spiegato ieri anche il direttore di Rai1 Stefano Coletta e quindi può svolgersi in presenza di pubblico (comparse, figuranti, ospiti) come prevede la risposta alla domanda pubblicata nelle Faq.

“La mancata realizzazione del Festival e la reiterata chiusura del Casinò, dopo un 2020 economicamente devastante, porterebbe un minor introito alle casse comunali da portare il Comune al default, richiedendo l’intervento prefettizio sulla gestione ordinaria”.

Lo afferma il sindaco Alberto Biancheri. “L’eventuale annullamento – aggiunge – avrebbe gravi ripercussioni sugli alberghi, con molti già provati da un anno di crisi che sarebbero costretti a chiudere. Auspico che tutte le istituzioni affrontino con coscienza ogni problematica propedeutica al regolare svolgimento del Festival nel rispetto dei protocolli sanitari”.

Le perplessità del Comitato tecnico scientifico

Gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno ribadito le proprie perplessità sulla possibilità di far svolgere il festival di Sanremo con la presenza del pubblico, seppur composto da figuranti. E’ questo, secondo quanto si apprende, l’orientamento dei tecnici del governo al termine della riunione con i vertici della Rai per fare il punto sull’organizzazione dell’evento.

Nel corso dell’incontro la Rai ha presentato un documento, che non è stato ancora trasmesso al Comitato e che prevede una riorganizzazione completa del teatro Ariston, per far sì che vengano rispettate le misure di sicurezza in vigore.

I tecnici hanno però sollevato tre questioni

I tecnici hanno però sollevato tre questioni. La prima è legata al Dpcm attualmente in vigore: è stato ribadito che le norme prevedono per gli spettacoli teatrali lo svolgimento in assenza di pubblico.

Un altro elemento è legato alla situazione epidemiologica: ad oggi la Liguria ha dati che la collocano in zona gialla, ma nessuno può al momento prevedere quali saranno i dati in occasione del Festival ed è evidente che, se la situazione epidemiologica ponesse la regione in zona arancione o rossa, non sarebbe comunque possibile alcuna apertura.

Infine, i tecnici hanno sottolineato che il Festival potrebbe richiamare in città migliaia di persone e, dunque, è necessario evitare il rischio assembramenti.

Nella riunione con il Comitato tecnico scientifico, la Rai – a quanto si apprende – ha approfondito le linee guida del protocollo sanitario e organizzativo che sarà ufficialmente sottoposto al Cts all’inizio della prossima settimana.

A quanto emergerebbe, a preoccupare non sarebbe tanto la gestione degli spazi chiusi, come l’Ariston ed eventualmente il Palafiori, quanto l’esterno dove si rischiano eventi imprevedibili e assembramenti. Un problema che si porrebbe indipendentemente dalla presenza del pubblico in platea e della realizzazione del festival a porte chiuse.

di Redazione

Fonte ANSA