Inps, alla fine del 2021 bilancio in rosso per 904 milioni

Inps, alla fine del 2021 bilancio in rosso per 904 milioni
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L’Inps registrerà alla fine del 2021 904 milioni di disavanzo patrimoniale. Lo si legge nella nota di assestamento al bilancio di previsione dell’Istituto approvata dal Civ.

Il dato è dovuto al risultato economico di esercizio negativo per 15,4 miliardi. La situazione patrimoniale netta al 31 dicembre 2020 risultava positiva per 14.559 milioni di euro.  

La nota di assestamento tiene conto del Documento di Economia e Finanza (DEF) 2021 ma non della Nadef approvata dal Governo il 29 settembre. Nell’approvare la nota di assestamento, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps “auspica la riapertura del tavolo di confronto per il riallineamento delle poste di credito e debito tra Ministeri e Inps, reso urgente anche per contenere i riflessi negativi della nuova disciplina relativa alle prestazioni COVID – 19 che aggrava, in maniera evidente, il saldo negativo e riduce la consistenza patrimoniale dell’Istituto.

La decisione del legislatore, purtroppo senza adeguate contro osservazioni, ha comportato la messa in carico alla Gestione Prestazioni Temporanee e al FIS (quindi a carico Inps) delle prestazioni precedentemente poste a carico della fiscalità generale per 2.400 milioni”. Nella delibera approvata il Civ dell’Inps, sottolinea, tra l’altro l’urgenza di dare forza ad un “patto con l’utenza” a partire dall’esigenza di garantire il diritto di accesso ai servizi Inps anche per coloro che non sono in grado di utilizzare strumenti informatici o digitali.

A tal fine occorrerà adottare urgenti soluzioni che, attraverso gli intermediari riconosciuti e le associazioni di rappresentanza, individuino modalità semplificate per la così detta “delega/cessione a fiduciari della identità digitale” anche per evitare il proliferare di soggetti, non monitorabili, che operino per conto delle persone più fragili ed indifese.

Il Civ evidenzia, infine, l’urgenza dell’ aggiornamento e della normalizzazione del conto assicurativo dei dipendenti pubblici, dei lavoratori delle Poste e dello spettacolo e sport, al fine di garantire la piena esigibilità di diritti in maniera omogenea a tutti i lavoratori. Ciò per assicurare l’irrinunciabile diritto dei lavoratori al riconoscimento della contribuzione dovuta, caposaldo dell’ordinamento previdenziale, per i periodi di lavoro effettivamente prestati. Il Civ infine “richiama gli altri Organi dell’Istituto a mettere in campo una terapia d’urto sul tema della Invalidità Civile, a partire dall’immediato aumento di medici operativi.

Il diritto ad una indennità per chi ha sofferenze psico-fisiche acclarate – sottolinea – è fondamentale e vedere, drammaticamente, 1.7 milioni di cittadini in attesa di risposta, dei quali ben 282 mila che aspettano di essere chiamati per la prima visita dall’Inps e di 863 mila dalle Asl, è inammissibile”.(ANSA)

di Redazione

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