In arrivo un nuovo bonus Inps fino a 800 euro. Ecco a chi spetta e i termini per la domanda

In arrivo un nuovo bonus Inps fino a 800 euro. Ecco a chi spetta e i termini per la domanda
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In arrivo un nuovo bonus Inps fino a 800 euro mensili. Ad ufficializzarlo è la stessa Inps con la circolare n.94 del 30 giugno 2021. Possono presentare la domanda i possessori di partita IVA per poter per gli anni 2021, 2022 e 2023.

Come specificato, questo bonus è riservato ai lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata Inps che non hanno ricevuto altri sussidi o bonus a fondo perduto.

I termini per la domanda

La domanda può essere presentata fino al 31 ottobre, per ogni anno. Mentre l’importo erogato, nella misura massima di 800 euro, è bonificato dell’Inps per un numero massimo di sei mensilità. Ma vediamo nel dettaglio come funziona questo bonus, chiamato indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa (ISCRO).

A chi spetta il bonus?

Come riportato sul Roma e sul portale Trend Online, la platea dei beneficiari del bonus Inps che va da 250 euro fino ad un massimo di 800 euro al mese, per sei mesi, è destinata alle partite IVA che svolgono abitualmente un lavoro autonomo. La legge di bilancio 2021 che ha istituito il bonus ISCRO, identifica in modo netto e chiaro chi sono i beneficiari. Anche gli ingegneri, gli architetti o un progettista sono lavoratori autonomi. Ma questi, aderendo a casse professionali di categoria non possono accedere al bonus ISCRO. Così se per esempio un progettista ha una partita IVA, svolge il suo lavoro in modo abituale ed in autonomia, ed è iscritto alla Gestione Separata Inps, potrà fare la richiesta del bonus Inps da 800 euro. Non si può scrivere lo stesso per l’ingegnere iscritto alla cassa professionale degli ingegneri. 

Serve poi  una menzione a parte i professionisti dotati di partita IVA che esercitano in modo abituale la propria professione come partecipante agli studi associati. Ma scendiamo nel dettaglio dei requisiti.

Bonus ISCRO: quali requisiti

La circolare dell’Inps non lascia dubbi sui requisiti da rispettare per poter presentare l’istanza. Come per tutti i bonus erogati da Inps, i requisiti richiesti devono essere soddisfatti tutti congiuntamente. Quelli che elenchiamo come condizioni devono essere lette tutte con la congiunzione e, ossia non c’è alternatività tra i requisiti. 

Il primo requisito è avere una partita IVA e svolgere un lavoro autonomo in modo continuo da almeno 4 anni. Questa iscrizione deve riguardare l’attività che ha dato corso all’iscrizione alla Gestione Separata Inps corrente per la quale si richiede il bonus. In altri termini, aver aperto la partita IVA come consulente per poi aver cambiato il codice ateco negli ultimi tre anni, non permette di avere accesso al bonus. La continuità dei 4 anni è legata all’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso. 

Un secondo requisito è quello di aver perso fatturato nel 2020 in una percentuale pari o superiore al 50% della media di fatturato realizzato negli ultimi tre anni. Su questo punto ci soffermeremo più avanti. Tuttavia il reddito realizzato nell’anno precedente la richiesta, non deve superare l’importo di 8.145 euro.

Tra i requisiti ci sono anche due cause di incompatibilità. Queste sono:

reddito di cittadinanza; se lo si percepisce non si può chiedere il bonus ISCRO;

titolarità di un trattamento pensionistico diretto, con eccezione dell’assegno ordinario di invalidità che invece può essere cumulato con il bonus Inps da 800 euro. 

Bonus Inps da 800 euro solo con contributi Inps versati

L’iscrizione alla Gestione Separata Inps ed il versamento dei contributi ad essa è un requisito necessario per poter ricevere il pagamento del bonus ISCRO. Prima di effettuare la richiesta del bonus, è bene verificare che ci sia regolarità contributiva riferita agli anni di attività collegata alla partita IVA per la quale si presenta l’istanza per il bonus ISCRO. Nel caso di anomalie, che si possono riscontrare con una richiesta del DURC online, si deve provvedere alla regolarizzazione. Solo in questo modo l’Inps accetta la domanda e provvederà all’erogazione del bonus per le sei mensilità. La regolarità contributiva e previdenziale non è solo riferita all’anno precedente la presentazione della domanda, o solo in riferimento al richiedente, ma anche ad eventuali collaboratori o soggetti alle dipendenze del lavoratore autonomo. 

Se si ha avuto una perdita di fatturato: come funziona per il bonus ISCRO

Abbiamo scritto che i requisiti previsti per poter fare domanda del bonus indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa devono essere soddisfatti tutti insieme. Una delle condizioni rilevanti è la perdita di fatturato soffera nel 2020. Per calcolare se si è eleggibili al bonus Inps da 800 euro, il calo del fatturato deve essere di almeno il 50% rispetto alla media degli ultimi tre anni. La base di calcolo sono quindi i fatturati certificati del 2017, 2018 e 2019. Poiché il bonus può essere richiesto, seppure una sola volta, per gli anni 2022 e 2023, il requisito della perdita di fatturato è relativo all’anno precedente la richiesta, mentre la media di fatturato, come parametro di riferimento, è relativo ai tre anni antecedenti l’anno per il quale si certifica la perdita di almeno il 50% di fatturato. Facciamo alcuni esempi.  

Fatturato anno 2020 di 6.000 euro. Se la media di fatturato degli anni 2017, 2018 e 2019 è stata di 13.000 euro, il caldo di fatturato del 2020 risulta essere maggiore del 50%, di conseguenza il lavoratore autonomo ha diritto al bonus ISCRO.

Fatturato anno 2021 di 7.000 euro. Se la media di fatturato degli anni 2018, 2019 e 2020 è stata di 13.500 euro, il caldo di fatturato del 2020 risulta essere inferiore del 50%, di conseguenza il lavoratore autonomo non ha diritto al bonus ISCRO.

Bonus Inps 800 euro: come si calcola 

Per poter calcolare il contributo del bonus dell’indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa, si deve prendere in riferimento il reddito realizzato nell’anno precedente la richiesta, e la media dei fatturati realizzati nei tre anni precedenti l’anno in cui si presume di aver perso fatturato. Se il lavoratore autonomo con partita IVA da almeno quattro anni, vuol presentare la domanda entro ottobre 2021 per l’anno 2020, deve avere a disposizione i dati reddituali dichiarati negli anni tra il 2017 e 2020 compresi. Se il reddito del 2020 è più basso di almeno il 50% della media dei redditi degli anni 2017 2018 e 2019, si potrà avere diritto al bonus ISCRO. L’importo è il 25% su base semestrale, rapportata sul reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate e già trasmesso da quest’ultima all’INPS alla data di presentazione della domanda.

Ad esempio se il fatturato annuo 2020 è di 6.000 euro, e risulta inferiore del 50% della media dei redditi tra 2017 e 2109, si deve prendere come base il semestre, dunque 3.000 euro, ed applicare il 25%, quindi 750 euro. L’Inps verserà per sei mesi l’importo di 750 euro. 

Il comma 392 dell’articolo 1 della legge n. 178/2020 (legge di bilancio) stabilisce che il bonus ISCRO non può essere superiore a 800 euro mensili, ed inferiore a 250 euro.

Bonus ISCRO: cause di incompatibilità
Ci sono alcune situazioni in cui il bonus per i lavoratori autonomi è incompatibile. Abbiamo scritto che non può essere erogato se il richiedente è beneficiario di una forma pensionistica diretta oppure percepisce il reddito di cittadinanza. Ma il bonus ISCRO è anche incompatibile con le misure NASpI e DIS-Coll. In seguito ad alcuni approfondimenti ministeriali, il bonus ISCRO non è compatibile in caso di cariche elettive o politiche che prevedono un’indennità di funzione o emolumenti. Se invece l’unica forma di ricompensa è il gettone di presenza, il soggetto che ricopre anche incarichi politici può richiedere il bonus ISCRO.

Bonus Inps 800 euro: come non perderlo
Se le cause di incompatibilità non consentono affatto di presentare la domanda, va invece evidenziato che seppure il bonus possa essere erogato, l’Inps può procedere allo storno e a richiedere eventuali mensilità già pagate. 

Il bonus ISCRO si perde quando uno dei requisiti per l’accettazione della domanda non sono soddisfatti successivamente all’accoglimento della stessa. All’art.5 della circolare INPS n. 94 del 30 giugno, sono elencate le cause di decadenza:

cessazione della partita IVA nel corso dell’erogazione dell’indennità. La decadenza scatta dal mese successivo alla chiusura della Partita IVA. L’Inps quindi sospende solo il pagamento delle rate successive. Se però la cessazione della partita IVA è con effetti retroattivi, che scattano prima della data di presentazione della domanda per il bonus ISCRO, l’Inps recupera anche le rate già pagate.
titolarità di trattamento pensionistico diretto. In questo caso l’Inps interrompe l’erogazione dalla data di decorrenza del trattamento pensionistico.
iscrizione ad altre forme previdenziali obbligatorie. Questa circostanza fa decadere il pagamento dal primo giorno del mese successivo all’iscrizione.
titolarità del Reddito di cittadinanza. In questo caso l’Inps interrompe l’erogazione dalla data di decorrenza della prestazione.

Bonus ISCRO: come si presenta la domanda

La domanda per il bonus Inps fino a 800 euro, può essere già presentata dagli aventi diritto fino al 31 ottobre 2021, per l’annualità 2021, relativa alla perdita di fatturato del 2020. Il bonus ISCRO può essere richiesto una sola volta nell’arco del triennio 2021-2023 e può essere erogato solo per sei mensilità. L’erogazione del bonus è a domanda dell’interessato che dovrà presentarla in via telematica sul sito Inps. Quindi nel 2021, la domanda può essere già presentata e la finestra temporale si chiuderà il 31 ottobre. L’accesso ad Inps è possibile con Spid, oppure con la carta nazionale dei servizi o la carta d’identità elettronica. In assenza di queste credenziali, la domanda può essere presentata anche per il tramite di un patronato. La domanda richiede l’autocertificazione dei redditi inseriti, nel caso in cui non siano disponibili direttamente all’Inps. Qualora l’ente previdenziale incrociando i dati con le dichiarazioni presentate all’Agenzia delle Entrate, sia in possesso dei dati reddituali, la domanda sarà già precompilata nella sezione del fatturato.

di Redazione

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