Dangerous Old People, la docu-serie Sky Original: la vita dei criminali dopo il carcere

Dangerous Old People, la docu-serie Sky Original: la vita dei criminali dopo il carcere
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A cura di Bruno Bruno Marfé

La recente docu-serie Sky Dangerous Old People, nata da un’idea di Roberto Saviano con la produzione di Indigo Film e la regia di Giuseppe Di Vaio, narra le storie di alcuni personaggi che si confessano davanti alla telecamera senza peli sulla lingua raccontando come mai siano arrivati a compiere determinate scelte di vita che ne hanno segnato l’esistenza.

Saviano, da sempre ispirato a realtà delinquenziali partenopee, stavolta si distacca totalmente dal suo passato a livello televisivo e cinematografico, sperimentando un genere documentaristico dove si parla direttamente di un gruppo di ex detenuti napoletani, uomini e donne, finiti nelle maglie della camorra, che hanno scontato pene per crimini violenti, furti, omicidi o spaccio per poi fare ritorno alla società civile. Il primo dei quattro episodi si apre con immagini di repertorio della Napoli degli anni ’50, una città povera, difficile, che faticosamente tenta di uscire dai danni della guerra. 

Queste immagini, che mostrano bambini intenti a giocare per la strada, sono simili a quelle che accompagnano un libro, Children of the sun, frutto di un reportage dello scrittore australiano Morris West, pubblicato nel 1957. Un bestseller internazionale scritto percorrendo le strade della Napoli impoverita del dopoguerra per indagare sulla difficile situazione dei bambini di strada e che racconta la storia del fondatore della Casa dello scugnizzo, padre Mario Borrelli che, anche grazie a questo libro, divenne famoso in tutto il mondo.

Sia l’una che l’altro evocano la Napoli di un tempo, con le voci dei suoi abitanti e con le ricche immagini d’archivio di mercati pieni di gente e vicoli coi fili dei panni appesi da un lato all’altro della strada, facendo risaltare cosa significasse crescere nei bassi napoletani, nei Quartieri Spagnoli o alla Sanità. Una Napoli segnata ma al tempo stesso viva, vitale e generosa.

Ripensando a tutto ciò è nata l’idea di un incontro nel quale approfondire gli aspetti della vita degli scugnizzi napoletani del dopoguerra confrontandola con quella attuale dei ragazzi di Castel Volturno che vivono in una realtà resa complicata dalle tante difficoltà derivanti dalla mancanza di trasporti, di opportunità di svago.

Sarà anche l’occasione di riflettere su una peculiarità del libro di Morris West che trascorse molto tempo nei bassifondi della Napoli impoverita del dopoguerra. Il suo agghiacciante racconto dei monelli di strada attirò l’attenzione del mondo sulla loro situazione e offrì uno sguardo senza tempo sulla povertà infantile. Il ritratto di Padre Borrelli delineato da West ispirò molti altri a seguirne le orme. Eppure, nonostante ciò, stranamente, il libro, che fu il primo successo internazionale di West, non venne in quegli anni pubblicato in italiano. Per vederlo pubblicato nel nostro paese abbiamo dovuto attendere il 2019 quando, grazie al lavoro di uno “scugnizzo” della casa di padre Borrelli che ne ha curato la traduzione, con il titolo Figli del Sole il libro è stato pubblicato dalla casa editrice La Città del Sole.

In effetti il libro rappresentò il punto di svolta nella carriera dello scrittore australiano nel senso che, come ben spiegato in un articolo a firma di Mollie Mollen pubblicato il 20 febbraio 1993 dal Sydney Morning Herald, “Con questo lavoro, West non solo ha trovato la sua strada come scrittore, ma ha scoperto il tema che sarebbe stato alla base di quasi tutti i suoi libri successivi: la natura e l’abuso di potere. Dei 18 romanzi che avrebbe scritto dopo il 1957, 15 sono su questo argomento.” Probabilmente proprio questo risvolto segnò il motivo della mancata pubblicazione… nel libro infatti si facevano espliciti riferimenti a corruzione ed abusi di potere da parte della classe politica di quegli anni.

Quindi, venerdì 26 novembre, alle ore 17:30, nella Sala incontri del Centro Fernandes gestito dalla Caritas, Diocesi di Capua, si discuterà dei contenuti e delle problematiche collegate al mondo degli “scugnizzi” rapportando il passato al presente. All’incontro, con Giuseppe Di Vaio, parteciperà Salvatore Di Maio che ha vissuto l’esperienza di scugnizzo come descritta nel libro dello scrittore australiano e che ne ha curato la pubblicazione in italiano nel 2019 con il titolo Figli del sole.

Con loro il pedagogista della Federico II, Paolo Vittoria, grande conoscitore dell’opera di Paulo Freire, importante teorico brasiliano nel campo dell’educazione, che ha vissuto come volontario l’esperienza della Casa dello Scugnizzo di Mario Borrelli e, che dialogherà con Paolo Miggiano, scrittore specializzato nel campo della criminalità organizzata, sui temi correlati alle esperienze dei bambini che vivono in realtà sociali degradate.

A coordinare gli interventi, il filosofo, uomo politico, ma principalmente grande conoscitore di quelle realtà sociali in cui la delinquenza trova terreno fertile, Nino Daniele, già Sindaco di Ercolano e poi Assessore alla Cultura del Comune di Napoli. L’incontro sarà introdotto da Antonio Casale, direttore del Centro e sarà moderato da Antonio Casaccio, direttore responsabile del Magazine Informare, media partner dell’incontro.

di Redazione

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