Torino. Non il caso ma una causa: convegno “La scienza dell’Intelligent Design”

Torino. Non il caso ma una causa: convegno “La scienza dell’Intelligent Design”
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A cura di Sara Ramondino

È ancora in corso il dibattito tra materialisti sostenitori della casualità alla base dell’evoluzione della vita e dell’Universo e chi ritiene che questa sia il prodotto di un processo sapiente.

Partendo da questo assunto per un giorno il capoluogo piemontese ha rappresentato per scienziati e pensatori un’occasione per discutere su una serie di novità legate al concetto di “Intelligent Design”. Al convegno “La scienza dell’Intelligent Design”, tenutosi sabato 18 giugno alle ore 15 nell’Hotel NH di Corso Vittorio Emanuele a Torino, organizzato dal Centro Italiano Intelligent Design in collaborazione con il centro per lo studio dell’ID, il Discovery Institute di Seattle, hanno partecipato una serie di personalità della scienza.

Fra queste sono spiccate la figura di Ferdinando Catalano, già docente di fisica e insegnante di Optometria e Misure Ottiche nelle Università del Molise e di Padova; il paleontologo ed entomologo tedesco di fama mondiale Günter Bechly; il vicepresidente del Discovery Instituite John G. West; Carlo Alberto Cossano, Presidente del Centro Italiano Intelligent Design, informatico professionista nel settore diagnostico applicato alla microbiologia e virologia; e Marco Respinti, giornalista e segretario del CIID.

L’Intelligent Design è una forma di pseudoscienza o una teoria scientifica a tutti gli effetti?

Oltre ad aver unito una pluralità di anime del mondo della scienza e della comunicazione con l’intento di contrastare nettamente l’ipotesi casuale dell’origine della vita, il dibattito nasce anche per fronteggiare il pregiudizio comune nel mainstream che bolla su tutti i fronti l’Intelligent Design con l’appellativo di ‘pseudoscienza’. 

Tuttavia, per quale ragione si può essere sicuri del fatto che l’ID abbia delle solide basi scientifiche, nonostante gli scherni di alcuni? Anzitutto bisogna rettificare che l’ID non è una nuova forma di Creazionismo – come asseriscono erroneamente alcuni – e non ha alcuna finalità religiosa. Questo si sviluppa come disciplina di ricerca scientifica basata in modo netto e dettagliato sull’osservazione dei fenomeni naturali.

Pertanto l’ID utilizza il metodo scientifico basato su quattro parametri, quali quello dell’osservazione, della formulazione di ipotesi, della verifica sperimentale di quest’ultima ed infine dell’enunciazione di una legge o di un principio.

Inoltre l’Intelligent Design non si riduce nemmeno a essere una replica o reazione all’evoluzionismo ma si interroga in merito alle premesse poste dai neodarwiniani secondo cui soltanto la selezione naturale e la mutazione casuale sarebbero alla base della formazione di nuovi organismi viventi con nuove caratteristiche.

L’ID si configura dunque come un nuovo metodo e un nuovo modo di vedere i complessi meccanismi della natura e tiene conto del parere di biologi, fisici e cosmologi.

I teorici dell’ID rinunciano al materialismo casuale per sposare l’idea di un design del cosmo che da oltre duecento anni è stata portata avanti da vari studiosi e pensatori come l’astronomo Keplero, il chimico Robert Boyle e il matematico e fisico Isaac Newton.

«L’ID – così ha esordito Cossano alla conferenza – sostiene che la migliore spiegazione scientifica possibile a fronte di alcune caratteristiche evidenti dell’universo e degli esseri viventi sia la postulazione di una causa intelligente e non un processo casuale».

La complessità dell’occhio

Catalano ha ripreso questo concetto della non casualità dell’origine dei fenomeni naturali facendo riferimento alla straordinaria complessità dell’occhio e alle sue funzioni. Di fatti l’osservazione proposta dal professore si collega al pensiero formulato dal padre dell’evoluzionismo, Charles Darwin, riportato ne “L’origine delle specie” (1859); il naturalista inglese infatti nel suo libro in merito all’occhio ebbe a dire:

«Supporre che l’occhio con tutti i suoi inimitabili congegni, per il passaggio di diverse quantità di luce, e per la correzione dell’aberrazione sferica e cromatica, possa essersi formato per selezione naturale, sembra, francamente lo ammetto, del tutto assurdo».

Da queste parole di Darwin parte l’assunto elaborato dall’ID sulla base dell’origine della vita che pullula di complessità, ordine ed informazioni.  «Il potere risolutivo di uno strumento ottico – ha enunciato Catalano – è la capacità di distinguere i particolari dell’oggetto osservato. Se si osservano due stelle molto vicine con un telescopio, le si vedono come punti luminosi distinti solo se la distanza angolare tra loro è superiore  a un certo limite. Questa minima distanza angolare viene presa come misura del potere risolutivo».

Qual è il nesso tra la progettualità presente in natura e le funzionalità dell’occhio umano? «Ebbene – sempre Catalano – l’angolo di minima risoluzione e l’angolo anatomo-geometrico dell’occhio umano coincidono: perfettamente, incredibilmente, straordinariamente».

Dunque è ragionevole attribuire alla sola casualità la formazione e struttura dell’occhio? «È solo una fortunata coincidenza? – ha chiesto Catalano ponendo una serie di domande retoriche – Può essere il risultato di un lento, ma progressivo processo di evoluzione per selezione naturale? Il punto è: quali prove scientifiche si hanno dell’ipotesi di una evoluzione casuale dell’occhio? E se, come la scienza afferma, la spiegazione dovuta al caso viene esclusa, entra in gioco l’ipotesi di una causa intelligente».

Quanto tempo ha l’evoluzione?

In merito ai dubbi inerenti agli sconfinati periodi attribuiti ai meccanismi dell’evoluzione si è espresso Günter Bechly, paleontologo di fama mondiale, conosciuto per la classificazione di un nuovo ordine di insetti fossili e per la tassonomia scientifica degli esser viventi.

«Sul piano paleontologico – ha affermato Bechly – le finestre di tempo disponibili sono molto, molto inferiori a quelle che sarebbero necessarie per innescare e poi fissare i mutamenti genetici postulati dall’evoluzionismo.

Quelle finestre di tempo paleontologico sono fissate in maniera molto precisa dai reperti fossili di cui la scienza dispone e quindi non le si può ignorare con petizioni di principio».

Pertanto, l’interpretazione neodarwiniana oltre ad esaltare il concetto di caso che, per quanto concerne l’origine della vita, non ha alcuna prova scientifica e non è in grado di spiegare come il sistema biologico in tutto il suo ordine e la sua complessità si sia formato, presenta delle falle anche per quanto riguarda la cronologia dei tempi evolutivi, spesso risultato più di interpretazioni che di osservazione comportata da prove.

Il ‘progetto intelligente’: semplice superstizione  come sostiene il neodarwinismo?

Il convegno ha visto la partecipazione anche di John G. West, vicepresidente del Discovery Institute, un ente privato di ricerca scientifica con sede a Seattle negli USA. Attualmente sono circa 45 i ricercatori che collaborano al suo interno per promuovere l’ID attraverso studi di biologia molecolare, genetica, paleontologia, chimica, fisica, matematica e astronomia.

In qualità di veste di rappresentante dell’ente, West a proposito dell’ID così si è espresso:

«L’idea dell’Intelligent Design è l’ipotesi scientifica secondo cui, non il caso, bensì una causa stia all’origine dell’universo e della vita. Proprio questa idea è stata centrale allo sviluppo dell’intera società occidentale. Non solo. Ha posto le fondamenta stesse della scienza moderna.

Oggi l’indagine scientifica compie progressi, spesso enormi, proprio perché gli scienziati si rendono perfettamente conto, tutti, che l’oggetto dei propri studi è una realtà ordinata che riflette un intento comprensibile alla ragione umana.

In altre parole, gli scienziati non possono che trattare la materia dei propri studi sulla base di questa ipotesi precisa: che la realtà che studiano è progettata in maniera intelligente, affinché sia comprensibile. Se non partissero da qui, l’ipotesi di un caso che presiede tutto renderebbe i loro studi impossibili».

Che la realtà biologica sia a livello terrestre che astronomico segua delle dinamiche sapienti, è un fatto ed è palese a tutti, anche per chi asserisce che questa abbia avuto un inizio prettamente casuale e disordinato. Tuttavia l’ipotesi dell’esaltazione del caso è di matrice recente e ha delle radici consolidate in un determinato periodo storico, come ha ben illustrato West:

«Sfortunatamente – ha chiosato – negli ultimi 150 anni, a partire dalla pubblicazione del famoso ‘L’origine delle specie’ questa verità, che ha appunto fondato tutta la scienza moderna, è stata obnubilata soprattutto a opera del naturalista britannico Charles Darwin e del filone culturale che da lui ha preso origine. Ù

arwin ha, direttamente e indirettamente, cercato di negare quest’assunto base della scienza e, a maggior ragione, lo hanno fatto il darwinismo e il neodarwinismo, cercando di denigrare l’ipotesi scientifica del ‘progetto intelligente’ come si trattasse di una superstizione. Ma non lo è affatto, e anzi l’ipotesi darwiniana, in tutte le proprie varianti, comporta conseguenze nefaste sia per la scienza sia per la società nel complesso».

Marco Respinti a sua volta ha osservato alla conclusione del meeting:

«L’ID non è qualche sorta di abracadabra. Questo si muove sul piano del rigore scientifico e perciò sfida altre ipotesi proprio sul piano scientifico. È dunque sul piano scientifico che si deve rispondere all’ID, non con gli abracadabra». Dunque, nonostante gli scherni e le stigmatizzazioni, l’ID resta comunque una valida ipotesi scientifica che fonda le sue teorie sull’osservazione dei fenomeni naturali.

Per conoscere meglio l”Intelligent Design basta seguire anche la pagina Facebook “CIID – Centro Italiano Intelligent Design” e restare aggiornati sui numerosi studi e ricerche che vengono postati sulla bacheca, come quello ultimamente avanzato sulla nanotecnologia presente nei batteri.

Inoltre, sempre sulla pagina Facebook, ci sono altre novità che stuzzicano la curiosità degli interessati a questi temi a carattere scientifico, come l’inaugurazione della serie “I segreti della cellula” e tanto altro. La pagina “CIID- Centro Italiano Intelligent Design” è anche su Instagram.

di Redazione

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