Strage a Castel d’Azzano: tre carabinieri morti nell’esplosione di un casolare

Il 13 ottobre 2025, a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, tre carabinieri hanno perso la vita in un’esplosione durante lo sgombero di un casolare. L’intervento, previsto per l’esecuzione di un provvedimento giudiziario, si è trasformato in una tragedia nazionale. L’abitazione era satura di gas: l’apertura della porta ha innescato la deflagrazione, provocando il crollo dell’intero edificio.

I militari caduti in servizio

Le vittime sono il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, 56 anni, comandante della SOS del 4° Battaglione Veneto; il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, anch’egli 56enne; e il Carabiniere Scelto Davide Bernardello, 36 anni. I tre militari erano in servizio a Padova e Mestre e facevano parte del nucleo operativo intervenuto per garantire la sicurezza durante lo sgombero.

Dinamica dell’esplosione

Secondo le prime ricostruzioni, all’interno del casolare si trovavano tre fratelli – due uomini e una donna – già noti alle forze dell’ordine per episodi simili avvenuti nel 2024. In passato, si erano opposti all’arrivo dell’ufficiale giudiziario aprendo bombole di gas. Anche in questo caso, la casa era stata saturata di gas, e l’apertura della porta ha provocato l’esplosione. Il casolare è crollato completamente.

Il bilancio dei feriti

Oltre ai tre carabinieri deceduti, si contano 15 feriti, tra cui 11 carabinieri, 3 poliziotti e 1 vigile del fuoco. Nessuno è in pericolo di vita, ma le condizioni di alcuni sono gravi. Il terzo fratello, inizialmente fuggito, è stato successivamente fermato dalle forze dell’ordine.

Reazioni istituzionali

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “profondo dolore per il sacrificio di chi serve lo Stato”, mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito l’accaduto “un bilancio terribile”. Il procuratore di Verona ha parlato di “una tragedia incredibile”, sottolineando la premeditazione del gesto.

La morte dei tre carabinieri a Castel d’Azzano rappresenta una ferita profonda per l’Arma e per l’intero Paese. Il loro sacrificio richiama l’attenzione sulla sicurezza degli operatori in prima linea e sulla necessità di prevenire episodi di violenza legati a tensioni sociali e disagio economico.

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