“Il Francese, Biancaneve e i Settebello”: il libro-denuncia di Marianna Scagliola contro la pedofilia scuote San Sebastiano al Vesuvio

Tra black humor e denuncia sociale, il nuovo libro di Marianna Scagliola rompe il silenzio sugli abusi sui minori: un evento partecipato a San Sebastiano al Vesuvio accende il dibattito con esperti e istituzioni
San Sebastiano al Vesuvio, 30 aprile 2025 – In una gremita Sala Consiliare del Comune, si è tenuta la presentazione del nuovo libro di Marianna Scagliola, “Il Francese, Biancaneve e i Settebello”, un’opera che affronta con spiazzante lucidità e tagliente ironia il tema della pedofilia. Con uno stile narrativo che mescola la durezza della denuncia al black humor, Scagliola riesce a trattare un argomento tabù senza scivolare nel moralismo, dando voce a chi vive nel silenzio e nel dolore.
Il volume si apre con la prefazione dello psichiatra infantile Francesco Villa, riconosciuto esperto nel campo del maltrattamento e degli abusi sui minori, che offre una lettura clinica e profonda dell’opera, sottolineando l’urgenza di affrontare il tema anche attraverso la letteratura. A chiudere il libro, una postfazione del colonnello Biagio Chiariello, che firma un contributo lucido e diretto, frutto della sua lunga esperienza nella lotta contro i reati a danno dell’infanzia.
A dare apertura all’evento, il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Giuseppe Panico, che nel suo saluto istituzionale ha ringraziato l’autrice per il suo impegno civile:
«Marianna Scagliola ha avuto il coraggio di affrontare un tema scomodo e difficile, che troppo spesso si preferisce ignorare o nascondere. È nostro compito, come istituzioni, sostenere chi sceglie di parlare quando il silenzio è più comodo.»
L’incontro, promosso con il patrocinio dell’amministrazione comunale, ha registrato una forte partecipazione di insegnanti, operatori sociali e professionisti dell’infanzia, segno evidente del crescente bisogno di affrontare apertamente un problema troppo spesso rimosso.
La rete di protezione: urgenza e responsabilità
Tra i momenti più intensi dell’incontro, l’intervento del colonnello Biagio Chiariello, comandante della Polizia Municipale di Arzano, ex componente del Nucleo Antipedofilia della Polizia di Stato. Con grande fermezza e coinvolgimento emotivo, Chiariello ha sottolineato quanto la pedofilia sia una devianza trasversale, che non conosce confini né geografici né culturali:
«Il tema della pedofilia è delicatissimo e, purtroppo, quasi sempre si preferisce non parlarne. Ma questa devianza può colpire ovunque: nei contesti poveri come in quelli ricchissimi, in qualunque parte del mondo. Il racconto di Marianna non è quello che si ascolta nelle solite platee: ha il coraggio di mettere a nudo ciò che molti evitano anche solo di nominare.»
Chiariello ha poi rivolto un ringraziamento personale all’autrice:
«La ringrazio per avermi fatto rivivere momenti difficili, come quando mi trovai spettatore di abusi videoripresi da veri e propri orchi. Ma anche momenti belli, in cui con la mia squadra riuscimmo a mettere fuori gioco circa cento pedofili. Sapere che non avrebbero più potuto torcere un capello ai bambini è stata la soddisfazione più grande della mia vita.»
Il colonnello – che firma anche la postfazione del libro – ha ribadito la necessità di creare una rete stabile e coesa tra istituzioni, forze dell’ordine, scuola e famiglie:
«Non possiamo più affrontare questa battaglia in modo frammentario. Serve un lavoro sinergico, in cui ciascun attore abbia un ruolo chiaro per individuare e proteggere i minori. Ma, soprattutto, rivolgo un appello alle comunità civili: genitori, nonni, insegnanti. Il pedofilo potrebbe essere accanto a voi. Costituisce un pericolo reale. Abbandoniamo la logica dell’indifferenza e agiamo. Proteggere i bambini è un dovere collettivo.»
Un confronto plurale e necessario
A portare la voce delle istituzioni locali, Assunta Filosa, assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, che ha rimarcato il ruolo centrale della scuola nella prevenzione e nella formazione degli insegnanti: «I docenti devono saper leggere i segnali del disagio. Formarli significa tutelare i nostri bambini».
Accorate e toccanti le testimonianze di Emanuela Viscovo, assistente sociale, e Francesca Cozzolino, operatrice di comunità, che hanno condiviso le difficoltà quotidiane nel fronteggiare casi di abuso e le fragilità del sistema. A moderare l’incontro, con equilibrio e sensibilità, Ida Mazzarella, promotrice culturale e curatrice dell’evento, che ha saputo guidare un dialogo autentico e coinvolgente.
L’appello di Marianna Scagliola: imparare a leggere i segnali
Nel suo intervento, Marianna Scagliola ha lanciato un messaggio chiaro e potente: è fondamentale imparare a riconoscere i segni che i bambini comunicano, anche in modo indiretto, attraverso comportamenti, silenzi e piccoli gesti.
«Spesso non servono parole per raccontare un abuso: i bambini parlano con il corpo, con lo sguardo, con il silenzio. Sta a noi adulti decodificare quei segnali, senza voltare lo sguardo altrove», ha affermato.
Scagliola ha inoltre sottolineato con forza che gli abusi possono avvenire in qualunque contesto sociale, anche nei luoghi che dovrebbero essere più sicuri: famiglie, scuole, palestre, oratori, chiese. Una verità scomoda, ma necessaria da ribadire per abbattere i pregiudizi e superare i tabù che ancora ostacolano la prevenzione.
La letteratura come atto di resistenza
Con “Il Francese, Biancaneve e i Settebello”, Scagliola compie un atto di resistenza narrativa. La scelta del black humor non è provocazione gratuita, ma uno strumento di rottura, capace di disinnescare il tabù e aprire varchi di pensiero là dove domina il silenzio.
«L’ironia nera mi permette di raccontare l’indicibile, di far riflettere senza compiacere. La letteratura può e deve entrare nei luoghi oscuri della società, per scuoterla e cambiarla», ha dichiarato l’autrice.
Ha infine annunciato nuove iniziative per continuare a sensibilizzare il pubblico e costruire una rete di protezione concreta e duratura.
Un segnale “Forte”, un Impegno da proseguire
L’evento si è concluso con un sentimento diffuso di responsabilità condivisa. Le voci dei relatori, l’urgenza del messaggio e la forza provocatoria della scrittura di Scagliola hanno lasciato un segno tangibile. La protezione dei minori non può più essere rimandata né delegata: è un dovere collettivo, da esercitare ogni giorno, con coraggio e determinazione.
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